Ripristino funzionale orologio solare in piazza duomo a Bobbio (PC)
Il distacco dell’intonaco durante la ristrutturazione di una casa ha portato alla luce ciò che resta di un antico quadrante inciso direttamente sulla parete in mattoni, il tracciato di un orologio solare con il sistema orario italico da campanile e la linea meridiana.
L’intervento si è limitato alla pulitura delle incisioni, alla loro mappatura e al rilievo della declinazione della parete, in modo da risalire, mediante un procedimento di progettazione inversa, alla dimensione e alla posizione originaria dello stilo.
Dopo aver riposizionato lo stilo le linee sono state ripassate con dei colori seguendo delle piccole tracce di pigmento ritrovate nelle incisioni, senza correggere alcune imprecisioni del diagramma e senza completare le parti mancanti, mantenendo tutto come è stato ritrovato.
La prima immagine mostra il ritrovamento delle incisioni dopo la rimozione dell’intonaco che le ricopriva.
La seconda immagine mostra il quadrante nuovamente funzionante come lo fu secoli prima
Nell’ultima immagine i numeri sovrapposti in bianco segnano i numeri andati persi, mentre i numeri arancio indicano direttamente le rispettive ore di luce che mancano al tramonto.
Il sistema orario italico, uno dei più importanti sistemi del passato, utilizzato nella penisola italiana dal 1200 al 1800, fu così diffuso nelle nostre regioni da essere conosciuto in tutto l’occidente con il nome di “italico”, (con questo sistema orario veniva misurato il tempo ne “I Promessi Sposi”), suddivideva il giorno in 24 ore da 60 minuti ciascuna e secondo la tradizione biblica poneva la ventiquattresima ora al tramonto, momento in cui si iniziava a contare le ore del nuovo giorno, indifferentemente sia d’inverno che in estate, seguendo giorno per giorno l’istante del tramonto lungo l’arco delle stagioni.
Questo sistema orario, che oggi può sembrare alquanto bizzarro, con le sue linee che non convergono in un centro come un ventaglio, ma sembrano essere avvolte attorno allo stilo senza un senso apparente, consentiva di conoscere quante ore di luce si avevano ancora a disposizione prima del buio, informazione di enorme importanza per la società di quell’epoca, praticamente ancora priva della luce artificiale e che dipendeva dai ritmi naturali del giorno e della notte.
Durante il 1600 entrò in uso la variante chiamata ora italica da campanile che è incisa su questo quadrante, la quale si differenzia dalla prima solo per il fatto che la ventiquattresima ora era ritardata di mezz’ora rispetto al tramonto effettivo del sole all’orizzonte, facendola coincidere con la fine del crepuscolo e l’inizio dell’oscurità. Gli orologi meccanici dei campanili e delle torri, già diffusi nel 1600, ribadivano con i rintocchi delle loro campane l’imminente chiusura notturna delle porte di accesso alle città e richiamavano i fedeli alla preghiera dell’Angelus della sera.